E’ difficile in un momento come questo parlare di libertà di lavoro.
L’articolo 1 della nostra Costituzione cita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.”
Sono certo di esprimere il parere di molti nel sostenere che oggi non ci sentiamo né liberi tantomeno tutelati per quanto riguarda il diritto di lavorare.
L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, ha fatto sì che subissimo drastiche limitazioni personali quanto lavorative.
Non voglio entrare in merito alle disposizioni governative già ampiamente commentate in tutti i media, bensì introdurre la cronologia storica che ci porta a festeggiare il 1° Maggio.
Tutto accadde, o meglio ebbe inizio, nel 1866 in Illinois e più precisamente nella città di Chicago.
Dopo molte manifestazioni guidate dai “Knights of Labour” (Ordine dei Cavalieri del lavoro), venne approvata la legge che portava le ore lavorative giornaliere a otto. La stessa entrò in vigore il 1° Maggio 1867 e quel giorno vi fu un’imponente manifestazione.
La conquista in Illinois ebbe una lenta e graduale espansione in tutto il territorio statunitense.
A New York il 5 Settembre 1882 vi fu un’importante dimostrazione di dissenso.
Nel 1884 i “Knights of Labour” approvarono una risoluzione affinché la protesta avesse una ricorrenza annuale.
In occasione del 19° anniversario, il 1° Maggio 1886, la “Federation of Organized Trades and Labour Union” approvò una delibera per estendere le otto ore lavorative in tutto il territorio USA.
In quel giorno si tenne uno sciopero generale.
A Chicago, davanti alla fabbrica della McCormik, venne chiamata la polizia per disperdere i manifestanti, che sparò sulla folla, uccidendo due persone e ferendone altre.
Tutto precipitò il 4 Maggio in Haymarket Square durante la protesta contro la polizia. Fu lanciata una bomba contro le forze dell’ordine, provocando la morte di sei agenti e numerosi feriti.
A sua volta la polizia sparò, dei morti non si saprà mai il numero.
Nel 1887 il presidente Grover Cleveland, decise che il 1° Maggio sarebbe stata la data giusta per commemorare i morti di Chicago.
Finalmente la storia si spostò in Europa, anche se un piccolo approccio lo aveva avuto nel 1864 a Ginevra dove nacque la “Prima Internazionale” vicina ai movimenti socialisti e marxisti.
Nel 1889 durante il congresso dell’internazionale a Parigi, “La seconda Internazionale dei lavoratori” dichiarò il 1° Maggio “Festa internazionale dei Lavoratori” e venne adottata da molti paesi nel mondo.
La storia dell’Italia e del 1° Maggio ci mise ancora qualche tempo per arrivare a compimento. Il 26 Aprile 1890 il giornale di Forlì, “La Rivendicazione”, titolò “Per Primo Maggio” la ratifica della festa.
Durante il 20ennio fascista, a partire dal 1924 la ricorrenza venne spostata al 21 Aprile in concomitanza con il Natale di Roma, divenendo per la prima volta giorno festivo, con la denominazione di “Natale di Roma – Festa del Lavoro”.
Solo nel 1945 fu riportata al 1° Maggio mantenendo lo status di festività.
Ma per quanto ci riguarda, non era ancora finita.
Essendo etichettata come celebrazione socialista e comunista, nel nostro paese non fu ben vista da tutti. L’Italia dell’epoca era un paese dalla grande divisione Chiesa e politica di sinistra.
Nel 1955 Papa Pio XII instituì il 1° Maggio solennità di San Giuseppe lavoratore, consentendo di fatto anche ai lavoratori cattolici di condividere la festa a pieno titolo.
Ci vollero 57 anni e decenni di aspre lotte da parte dei lavoratori, affinché anche in Italia venissero dichiarate legali le otto ore lavorative con Regio Decreto Legge n° 692. Era il 1923.
Questo il cammino di tante persone, in altrettante parti del mondo, per ottenere il diritto di essere considerati lavoratori e non esseri da sfruttare.
Se oggi si pensa a Chicago, viene in mente la città del vento, le sponde del lago Michigan, non certamente la metropoli punto di partenza della Festa del 1° Maggio.
Ma non è perché la chiamiamo festa che non ci deve far riflettere. Non è che ottenuti certi privilegi tutto sia andato e ci si possa rilassare. La storia ci ricorda questa lezione: l’attenzione deve continuare, rimanere alta!
Il lavoro ha tantissime sfaccettature.
A quell’epoca erano gli orari lavorativi massacranti. Ora è la sicurezza della salute ad essere un aspetto da tutelare.
E dopo tutta questa filippica, il 1° Maggio dove andiamo a sentire il concerto?
Prima grigliata nei campi con gli amici? Speriamo sia bello!
No, non si va da nessuna parte. Si resta a casa.
Buona festa dei lavoratori.