Peach Cobbler – storia di pesche e di pionieri

Peach Cobbler

La storia ci insegna che la frutta fresca è da sempre presente nella dieta umana.
Ogni zona ha le proprie coltivazioni caratteristiche in base al tipo di terreno e ai fattori climatici.

Le pesche solitamente vengono collegate alla Georgia, non a caso soprannominata “the peach state”, sono state adottate come frutto dello stato dal South Carolina, ma non tutti sanno che fanno parte dell’agricoltura della Pennsylvania ancor prima che venisse fondata da William Penn(1).  
I nativi americani furono tra i primi a coltivarle su larga scala, come testimonia la pubblicità del 1683 fatta da Penn a favore della propria colonia: “Qui ci sono anche le pesche, molto buone e in grandi quantità. Non c’è una sola piantagione indiana che non ne abbia”.
E la bellezza di un giardino di peschi in piena fioritura è uno spettacolo che merita di essere visto.
Anche se non venivano curati come frutteti in sé, erano certamente prolifici. All’inizio del 1700 gli alberi di pesco si erano naturalizzati così abbondantemente nelle colonie medio-atlantiche e sud-orientali che John Lawson(2) disse: “Crescono rigogliosi come le erbacce.”

Pennsylvania 1806, i numeri indicano gli acri di pescheti coltivati nelle contee.
Raccolta di pesche negli anni ’40 alla Kauffman’s Fruit Farm & Market in Pennsylvania
foto: https://www.kauffmansfruitfarm.com/

La Peach Cobbler si può definire uno sformato di pesche, ma per capirne le origini serve fare una deviazione a occidente.
Chi cercava nuova vita e fortuna partendo dalla costa atlantica per andare alla conquista del west, doveva trasportare tutto ciò di cui aveva bisogno per sopravvivere; di certo non c’erano a disposizione automobili e furgoni da caricare. Un carro e un cavallo erano l’unico modo per spostarsi: l’organizzazione dello spazio era fondamentale e ancor di più ridurre al minimo il peso, grande nemico dei carri.
Si dovevano fare scelte accurate su quali generi portare o meno. Come attestano le storie dell’Oregon Trail, molte persone lo impararono nel modo più duro: i numerosi oggetti abbandonati a Fort Laramie(3) – tra cui mobili, stufe e arnesi vari – sono la prova tangibile di come la vita “on the road” faccia cambiare idea su cosa sia davvero utile o superfluo.

Fort Laramie in un disegno del 1837 di Alfred Jacob Miller.

Nella corsa verso ovest era difficile avere frutta fresca poiché le terre non erano coltivate come sulla costa orientale. Quella mangiata dai viaggiatori era conservata, essiccata o in scatola. Il rigore e lo stile di vita dei pionieri o dei cacciatori di taglie, non permetteva una dieta con cibi freschi provenienti da cucine ben fornite e attrezzate. Tantomeno potevano godere dell’orto o del frutteto dietro casa. Ma se nella lista degli articoli essenziali comparivano delle pesche in conserva, bicarbonato di sodio, zucchero, farina e un dutch oven(4), la Peach Cobbler poteva far parte del menù da accampamento.

La ricetta originale potrebbe non essere esattamente quello che ci si aspetta al giorno d’oggi da un dessert, ma dopo giorni difficili passati attraversando terre brulle e polverose, era certamente una delizia inaspettata.
Nel dutch oven si miscelavano farina, zucchero, acqua calda e un pizzico di bicarbonato; si univano le pesche sciroppate e si lasciava cuocere sul fuoco da campo. Nelle occasioni più fortunate si aggiungeva anche del burro.

La ricetta odierna è sicuramente più golosa. Accompagnatela con gelato alla vaniglia per esaltarla al massimo.

un vecchio dutch oven

Ricetta Peach cobbler

Ingredienti – per 6 persone

• 6 pesche, tagliate a spicchi sottili o pezzettini
• 50 g di zucchero
• 1 cucchiaio di succo di limone fresco
• 1 cucchiaino di amido di mais
• 2 cucchiai di whiskey o rhum
Per la copertura
• 150 g di farina 00
• 100 g di zucchero
• 1 cucchiaino di lievito
• un pizzico di sale
• 125 g di burro tagliato a pezzetti
• 50 ml di acqua bollente
• una manciata di fiocchi d’avena e/o mandorle a scaglie per decorare

Istruzioni

Peach Cobbler

Preriscaldare il forno a 200°C.
In una teglia mescolare le pesche con zucchero, succo di limone, whiskey e amido di mais in una teglia e cuocere in forno per 15 minuti.
Mentre le pesche cuociono preparare la copertura.
Unire farina, zucchero, lievito e sale, aggiungere il burro e lavorare velocemente (va bene anche usare un mixer) fino ad ottenere un impasto sbriciolato. Versare l’acqua bollente e mescolare.
Passati i 15 minuti, distribuire con delle cucchiaiate il composto sopra le pesche; non importa essere precisi, con il calore l’impasto si scioglierà uniformandosi. Ultimare con una spolverata di fiocchi d’avena e mandorle.
Posizionare al centro del forno per circa 25 minuti, fino a che la superficie sarà dorata.

Questo dolce può essere gustato sia tiepido che freddo.

Video ricetta – Peach Cobbler

viedoricetta

Note:
(1) – Nel 1681, su concessione di Re Carlo II d’Inghilterra, il quacchero William Penn colonizzò una regione comprendente l’attuale Pennsylvania e parte degli stati circostanti. Il nome Pennsylvania deriva dalla parola latina silva, che significa foresta, a cui fu aggiunto il nome del fondatore Penn.

(2) – John Lawson, 1674-1711, scrittore.

(3) – Fort Laramie in Wyoming segnava l’ingresso alle Montagne Rocciose. I migranti erano circa ad un terzo del cammino verso l’Oregon. Era un posto di ritrovo e riposo per i pionieri: il primo segno di civiltà dopo settimane di deserto.

(4) – Dutch Oven è il forno olandese: una capiente pentola di ghisa (quindi piuttosto pesante), pensata per poter essere utilizzata direttamente sul fuoco o per essere interamente ricoperta di braci.