Charley Pride, il ponte tra due ere della country music

Charley Pride

“Se vuoi sapere quale sarà il futuro, devi conoscere il passato”.
Questa è la frase che diremmo alle nuove generazioni di appassionati di country music dal nostro lato dell’oceano.
In quest’annata dove molte leggende sono assurte all’Olimpo della Musica, un’altra icona della storia musicale si è unita alla big band in the sky: Charley Pride si spegne a 86 anni per complicazioni da Covid-19.

Charley Pride nel 2016
Charley Pride nel 2016

Il più grande merito di Charlie nella musica è di essere stato letteralmente il ponte di collegamento tra due ere.
Figlio di un mezzadro; nato nel 1934 in Mississippi in piena segregazione razziale in una fattoria di cotone. Chiunque si domanderebbe com’è stato possibile che sia diventato una stella della musica “dei bianchi”. Beh, anche lui pensava che la sua strada fosse un’altra: tentando la carriera di giocatore di baseball professionista, il servizio nell’esercito e persino prestando mano d’opera in fonderia, prima di rendersi conto che il suo talento musicale fosse più grande di qualsiasi altra qualità.

Sbarcò a Music City e grazie alla fortunata conoscenza con il produttore Jack Clement, che aveva lavorato con Elvis, Jerry Lee, Cash e Orbison alla Sun Records, venne portato agli studi della RCA dove giunse all’orecchio di Chet Atkins, che volò a Los Angeles con una sua registrazione per convincere l’etichetta a scritturarlo. Così fu e, va detto, Chet menzionò il colore della sua pelle solo dopo che il contratto fu firmato.

Charley Pride con Johnny Cash nel 1970
Con Johnny Cash nel 1970

Il primo singolo Snakes crawl at night uscì nel 1966. Il colore di Pride venne tenuto nascosto finché il terzo Just between you and me arrivò in Top10. Quando il successivo album divenne disco d’oro, i fan furono messi a conoscenza del fatto che Charlie fosse nero. Durante un’intervista gli chiesero: “Come sei finito nella Country Music e come mai il tuo sound non è come dovrebbe essere?” Riferito alle sonorità della musica nera che non gli erano proprie. Lui rispose: “È una cosa unica, lo ammetto. Ascolto country music da quando avevo cinque anni – il padre era un fan del Grand Ole Opry e Charley crebbe ascoltando Hank, Ernest Tubb e Roy Acuff – e questo è il motivo per cui suono come suono.”

Fu uno dei cantanti di maggior successo in un mondo musicale prevalentemente bianco, piazzando 52 dischi nella Country Top10 dal 1966 al 1987, mixando abilmente una strumentazione tradizionale con arrangiamenti più sofisticati. Alla RCA, con cui registrò per trent’anni, Pride fu secondo nelle vendite soltanto a Elvis Presley, diventando poi un’ispirazione per le successive generazioni di artisti di ogni colore, da Darius Rucker ad Alan Jackson.

Charley Pride nel 2016 canta con Darius Rucker
Charley nel 2016 canta con Darius Rucker la sua “Kiss an Angel Good Mornin'”, rilasciata nel 1971, primo singolo dell’album Charley Pride Sings Heart Songs album.

Alle discriminazioni razziali, Pride rispose sempre con un assordante silenzio, convinto che il talento avrebbe travolto qualsiasi pregiudizio.
E così fu, divenendo il primo uomo di colore a vincere ai CMA il premio di Entertainer of the year (1971) e Miglior voce maschile (1971 e 1972).
Inoltre venne invitato a divenire membro del Grand Ole Opry nel 1968; proposta che inizialmente declinerà fino al 1993, sette anni prima del suo inserimento nella Country Music Hall Of Fame.

duetto di Charley Pride con Jimmie Allen
CMA 2020. Il duetto di Charley Pride con Jimmie Allen cantando sempre “Kiss an Angel Good Mornin'”. No. 1 sulle country charts, quattro mesi sulle pop charts e nella Top 10 della Adult Contemporary chart.

Nel 2020 Charley è riuscito a vivere il coronamento della propria carriera ritirando agli ultimi CMA il premio Willie Nelson Lifetime Achievement Award. Un premio che intende “onorare un artista iconico che ha ottenuto il più alto grado di riconoscimento nella Musica Country, raggiungendo importanza e statura sia nazionale che internazionale attraverso concerti, sforzi umanitari, filantropia, vendite di dischi e rappresentanza pubblica al più alto livello”, finora detenuto soltanto da Willie Nelson, Kenny Rogers, Johnny Cash, Dolly Parton e Kris Kristofferson.

Charley Pride

Grazie per quello che hai fatto per la Musica. Ti auguriamo buon viaggio, Charley.