Kenny Clabaugh e il cappello trovato per terra

Kenny Clabaugh

Siamo pronti di tutto punto. Una giornata soleggiata con poche nuvole all’orizzonte. Le folate di vento di tanto in tanto fanno rotolare gli sterpi per il piazzale del ranch.
E’ primavera inoltrata. Le giornate tiepide ci consentono di rimanere in camicia (maniche lunghe sempre!) a godere dei primi pomeriggi caldi. 
Seduti sul corrimano della balconata, il tipico Front Porch dei ranch, stiamo parlando del più e del meno in attesa di un personaggio del quale non ho ben capito i contorni.
Sono i primi anni di collaborazione con Monte Snook. Il mio inglese è ben lontano da quello che acquisirò poi. Riesco a intuire i discorsi, le intenzioni. Il resto è nebbia. Il fatto di non comprendere appieno non mi ha mai creato imbarazzo; anzi mi ha sempre spronato a imparare di più.

L’orecchio teso a decifrare i discorsi del Boss e Max, il cowboy che lavora con noi, viene disturbato da un rombo che proviene dalla strada  sterrata.
Una nuvola di polvere  segue un mastodontico e scintillante pick-up al quale è agganciato un trailer argentato lungo come mai ne avevo visti prima.
Un bellissimo Ford F-250 di ultima generazione, non come gli improbabili mezzi da lavoro che abbiamo noi.  Mi fa pensare a qualcuno di importante, di successo.
Il trailer è un Featherlite in alluminio da 24 piedi nuovo di fabbrica come si vedono solo ai rodei. Quasi 7,50 metri di lunghezza più il Gooseneck 1

Si ferma davanti a casa. Con molta calma e fare imperiale, o questa perlomeno è la sensazione che mi suscita, esce un “omone” alto quasi due metri che fa solo il cenno di sollevare il braccio in segno di saluto e ci viene incontro.
Kenny Clabaugh non si presenta. Esordisce discutendo di come organizzare il lavoro che ci apprestiamo a fare e, accompagnato dal figlio, si dirige al trailer per far scendere i cavalli.
L’andatura, fatta di piccoli passi col busto leggermente piegato in avanti e le braccia lasciate a penzoloni, tradisce anni di duro lavoro che devono avergli procurato problemi ai piedi. Procede come se stesse camminando scalzo sulle pietre. 
Sistema la sella sotto una vistosa coperta marcata “Coors”. Il suo cavallo ha un non so che di strano: troppo alto per essere un quarter e troppo fatto, muscoloso per essere da salto.

Kenny Clabaugh
Kenny in attesa di caricare i cavalli: qui si nota che è più alto del trailer.

In sella la maestosa postura lo fa sembrava ancora più imponente. Mentre conduce il gruppo verso i pascoli, mi affianco a Max per indagare su questo loquace personaggio.
Max mi spiega che Kenny possiede un ranch ad Arvada, Wyoming ed  è venuto a controllare il suo bestiame che pascola nel nostro ranch.
Kenny ora2 si dedica all’attività di allevamento; ma è più di un rancher di successo. Fino a pochi anni prima è stato il più quotato pick-up man3 delle National Finals di Las Vegas

Il suo palmares vanta la qualifica di sette volte Pick-up man delle National Finals di Las Vegas, rispettivamente nel 1983/86/87/88 e poi nel 1990/91 e infine nel 1994.
È l’unico protagonista delle National Finals ad essere insignito della qualifica di “Man of the Year”4 per due anni consecutivi. Sponsorizzato a vita da marchi come Wrangler, Justin Boots e la birra Coors fin dagli anni ‘80 (non so quanti cartoni di pantaloni camicie, stivali e attrezzature per selleria avrò  l’occasione di vedere nel suo garage!). Tutt’oggi riceve una special invitation alle competizioni Nazionali.

Di lui raccontano leggende riguardanti le svariate imprese ed eventi entrati nella storia del Rodeo.
Una di queste è stata immortalata dall’artista western Bob Burkhart: ha realizzato una scultura del leggendario Kenny prendendo spunto da un salvataggio fatto anni prima. Nella concitata monta, un bronc rider era rimasto in sella svenuto. Kenny, affiancandosi all’animale che ancora scalciava, riuscì a liberare il ragazzo dalla corda e, afferrandolo per la camicia, lo trascinò sul  proprio cavallo salvandolo. 

Kenny Clabaugh, Pick up man delle National Finals Rodeo, mentre salva un Rider
In the Nick of Time - Western Art Bronze Sculpture - Burkhart Bronze
In the Nick of Time– Western Art Bronze Sculpture – Burkhart Bronze

Anche il famoso pittore James Bhama si è ispirato a una foto scattata al Cody Night rodeo per il suo dipinto “The grand entry”; Kenny viene ritratto in sella mentre regge la bandiera americana aspettando il segnale per l’ingresso ufficiale d’apertura del Rodeo. 

Sono meravigliato. Confuso. Intimidito e allo stesso tempo felice di cavalcare con un personaggio di simile importanza.
Vorrei parlare con lui. Fargli mille domande. Chiedergli del suo passato nel mondo dei rodei, ma lui spende pochissime parole: si spiega più a gesti. Mi si presenta un’unica  occasione. Lo incrocio ad un cancello. Con voce grave mi dice: “chiudi il cancello!”. Poi avanza e, senza girarsi indietro, quasi impercettibilmente dice: “per favore”.

Negli anni a seguire abbiamo lavorato insieme. Ci siamo conosciuti e diventati grandi amici.

Avrò il piacere di raccontarvi tante altre cose su Kenny. Per ora posso dirvi che è un grande Cowboy!
Anche se in risposta ad un turista che gli chiese se era un cowboy visto che portava il cappello, lui con un sorriso che somigliava più ad una smorfia disse: “Io un Cowboy? Questo cappello l’ho appena trovato per terra!” 

    NOTE:

  1. La parte alta del trailer che si aggancia nel centro del cassone ad un pick-up.    
  2. A quel tempo aveva 55 anni.
  3. I pick-up man sono assistenti a cavallo che svolgono un ruolo importante nella sicurezza dei concorrenti nel Rodeo. A loro è destinato il ruolo di scongiurare l’evolversi di eventi pericolosi o mortali che possono avvenire nelle competizioni con gli animali selvaggi. 
  4. “Man of the year” (Uomo dell’anno) è un’onorificenza riconosciuta dalla National Finals di Las Vegas. Viene premiata la persona che meglio si è distinta fra tutti.
    A questo riconoscimento partecipano anche gli addetti ai lavori di qualsiasi categoria anche non concorrenti come i pick-up man, i bullfighter, gli stock contractor ecc.