Spesso additiamo le persone sbagliate per l’ossessione dell’America per le armi. Non si può negare che agli americani, soprattutto a quelli del Sud degli States, piacciano. Infatti questi sono i maggiori possessori rispetto a qualsiasi altro gruppo del paese. Ma chi ha l’immagine dell’hillbilly sdentato con un’intera armeria nel capanno degli attrezzi, è fuori strada.
Prima o dopo, tutti siamo caduti nel mito che ammassare armi d’assalto fosse cosa comune tra la povera gente di campagna.
Come trovare un buon barbecue fuori dal Texas, la cosa è più complicata di quanto sembri.
Torniamo indietro nel tempo.
La verità è che sin dall’Era Coloniale la disponibilità è sempre stata scarsa, soprattutto perché il valore di una singola arma da fuoco equivaleva a due mesi di paga. Quindi anche a quei tempi valeva il detto che “con le armi non ci vai, se la grana non ce l’hai”.
Sapete chi le possedeva? Gli aristocratici: erano il loro “utensile” preferito per l’hobby più costoso e dispendioso in termini di tempo, la caccia sportiva. Visto che questa gente poteva contare sui propri schiavi per avere la pancia piena, cacciare per divertimento era uno status symbol.
Invece una famiglia comune era probabile possedesse poche armi e le tramandasse da una generazione all’altra quanto una ricetta segreta, o il diabete.
Come risultato, esse si sono intrecciate con la cultura americana, tipo la salsa per i nachos, i parafanghi di Yosemite Sam e bere Sweet Tea ad ogni pasto.
Naturalmente ci sono anche delle ragioni pratiche per cui possederle: ad esempio per proteggere le proprie case e fattorie.
Ora non si tratta di fare i conti con situazioni alla Salvate il soldato Ryan con gli animali selvatici, ma tra le varie possibilità i cinghiali possono rappresentare un bel problema.
Mai sentito parlare del tweet “30 to 50 feral hogs”? Si tratta di una replica al cantante country Jason Isbell, il quale dichiarò: “chiunque si metta a discutere sul significato di arma d’assalto è parte del problema. Sapete cosa sono e che a nessuno ne serve una”. La risposta di un tizio dice: “domanda legittima agli americani delle aree rurali: come uccido da 30 a 50 cinghiali che invadono il mio cortile in 3-5 minuti mentre i miei bambini stanno giocando?”. Tutti si sono fatti una grossa risata, ma c’è un fondo di verità. Giusto qualche settimana dopo che questo capolavoro divenne virale, il Governo avvisò i contadini riguardo orde di maiali selvatici in arrivo dal confine canadese e, per i più spiritosi, non parliamo dei francesi.
Quindi facciamo una distinzione: da una parte abbiamo una persona a cui piacciono le armi e con le quali ha una relazione sana. Potrebbe possedere un fucile o due, ma progettati per uccidere cervi e non consistenti gruppi di esseri umani.
Dall’altra invece c’è il tizio inventato quando un gruppo di persone, troppo fuori forma per andare in Iraq, si è danneggiato il cervello con gli energy drinks e si è fatto nutrire da organizzazioni come l’NRA che l’ha convinto della necessità di ammassare armi per proteggersi dallo Zio Sam.
E mentre il secondo potrebbe combaciare con la nostra immagine dell’americano medio possessore d’armi, il primo è quello più comune.
Se guidi un camion, tagli legname o coltivi la terra per vivere, un arsenale modello Call of Duty è un po’ fuori dal tuo budget. Un AR-15 costa migliaia di dollari. Sapete quanta birra si può comprare con tutti quei soldi?
Ciò infatti potrebbe spiegare perché il 3% degli americani possiede la metà delle armi.
Quindi, teniamo in mente due cose:
la prima è che un tipo con un fucile tramandato dal nonno è più rappresentativo del tipico possessore di armi, rispetto a un tizio che entra con un Ak-47 dentro a Walmart.
La seconda è che i cinghiali sono feroci come il demonio. La corretta tattica per gestirne da 30 a 50 nel proprio cortile non è un AR-15, è un elicottero Tomahawk.