Nel centro di Nashville sorge un moderno e gigantesco edificio le cui finestre ricordano la tastiera di un pianoforte. È la Country Music Hall of Fame & Museum, inaugurata nel 2001 e considerata dagli estimatori della musica country una tappa sacra imprescindibile di un tour nella Music City.
Quando la visitai, rimasi diversi minuti a riflettere su una frase di Dolly Parton incisa sul muro esterno dell’edificio:
Country Music is a music with a lot of class. It’s just ordinary stories, told by ordinary people in an extraordinary way.– Dolly Parton
La Country Music è musica di classe. Sono solo storie ordinarie, raccontate da persone ordinarie, in modo straordinario.
A distanza di due anni da quel viaggio mi sono incollata allo schermo, mossa dalla curiosità di guardare Heartstrings, la serie TV prodotta da Netflix basata su alcune canzoni scritte da Dolly Parton e ispirata al podcast “Dolly Parton’s America” di WNYC.
Lo ammetto. Ho premuto play sul telecomando con un certo scetticismo, a partire dal fatto che il titolo italiano, “Le Corde del Cuore”, fa molto soap-opera. Qualcuno, prima o poi, mi spiegherà perché in italiano certe traduzioni letterali suonano così male. Mi aspettavo dunque storie melense e scrittura mediocre.
Mi sono dovuta ricredere quasi subito.
La serie antologica è composta da otto episodi autoconclusivi, da guardare in qualsiasi ordine. Attenzione: armatevi di fazzoletti perché può generare forti emozioni. Dal primo episodio, Jolene, all’ultimo, These Old Bones, i temi affrontati sono tra i più disparati e generano immancabile immedesimazione.
Amore, malattia, amicizia, pregiudizi: ti ritrovi a empatizzare con i protagonisti, a soffrire con loro, a esultare quando finalmente trovano la loro strada, consapevole però che la difficoltà da loro affrontata non è esagerata e tantomeno fantasiosa. È vita reale e può accadere a noi in ogni momento. È un genere di emozione agrodolce, un coat of many emotions. Heartstrings tratta storie semplici e allo stesso tempo complesse che si rivelano in realtà parte della vita di ciascuno di noi. Non è difficile trovare un episodio che affronti un tema a noi caro.
Il cast? Pazzesco, a partire dal primo episodio con Julianne Hough e Kimberly Williams-Paisley (sì, la moglie di Brad Paisley), per proseguire poi con grandi nomi come Kathleen Turner, Ginnifer Goodwin (chi la ricorda in Walk the Line, come la prima moglie di Johnny Cash?), Brooke Elliot, Mac Davis (colui che scrisse grandi pezzi per Elvis Presley, come A little less conversation).
Insomma, Heartstrings è la serie più country di sempre: il significato di quella frase al Ryman Auditorium trova qui la sua piena espressione. È una serie di classe, dove storie ordinarie sono raccontate in modo straordinario.
Se dopo Heartstrings avete ancora voglia di Dolly, sempre su Netflix è disponibile il documentario Dolly Parton: Here I am. Un must per gli amanti della Country Music, per comprendere al meglio alcuni temi trattati nella serie e apprezzare la personalità dirompente e, ammettiamolo, anche super-trash, di una grande donna della musica.