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The Dust Bowl

the dust bowl

Tra le tante convinzioni, due sembrano essere così radicate da apparire vere da sempre: che gli Stati Uniti siano la terra del “milk and honey”, ovvero la terra del benessere; e che solo recentemente l’uomo abbia sfruttato la natura talmente tanto che questa gli si sia ritorta contro.

Così potrà sembrare strano che meno di cento anni fa milioni di americani pativano la fame: questo dovuto anche allo sfruttamento dei terreni agricoli, cosa che provocò un disastro senza precedenti.

foto di Dorothea Lange – famiglia in campo di accoglienza in California 1936

Ancora oggi la memoria di quegli anni è così forte che uno dei cantautori emergenti del panorama musicale country, Cody Jinks, nell’album Adobe Sessions del 2015 li rievoca in un brano a mio parere stupendo: Dirt.

Dirt, ovvero sporco; o meglio polvere, terra.

Erano i primi anni trenta, la grande depressione aveva messo in ginocchio l’economia mondiale ma apparentemente aveva risparmiato il cuore di quel Paese dalle risorse inesauribili: la parte rurale degli Stati Uniti che viveva di agricoltura e allevamento.

Nulla faceva presagire l’arrivo di un disastro che sarebbe poi passato alla storia con il nome di ‘Dust Bowl’, una serie di tempeste di sabbia, o meglio di terriccio, in grado di oscurare il cielo e ricoprire ogni cosa e che colpì diversi stati: Kansas, Oklahoma, Texas, New Mexico e Colorado.

dust storm approaching Spearman. In: Monthly Weather Review, Volume 63, April 1935, p. 148.

I campi erano stati sfruttati per anni senza alternare le colture. La terra si era impoverita e i forti venti, uniti a una prolungata siccità, sollevavano la polvere e la portavano a migliaia di chilometri di distanza. Inutile dire che nel giro di pochi anni tutta la popolazione rurale si trovò in grandissima difficoltà: non c’era possibilità di coltivare nulla e l’unica alternativa per tanti – almeno tre milioni di persone – fu quella di lasciare la propria casa e migrare a ovest in cerca di fortuna. Venne coniato il termine Okie a indicare chi era fuggito dall’Oklahoma e in generale dagli stati del centro.

the dust bowl
(Conard) kansasmemory.org

Il Governo statunitense, tra i tanti provvedimenti per contrastare la crisi economica – New Deal -, si occupò anche delle zone del Dust Bowl e dello sviluppo di un’agricoltura più sostenibile aiutando la popolazione anche economicamente; sebbene bisognerà aspettare l’immediato dopoguerra per poter parlare di ripresa e di sviluppo.

Era impossibile che quel periodo non lasciasse segno nella musica e nell’arte in genere; dalle Dust Bowl Ballads di Woody Guthrie al cosiddetto “Bakersville Sound” (Buck Owens), passando per l’umorismo di Will Rogers al film documentario del 1936 “The Plow That Broke The Plains” di Pare Lorentz.

Si è perfino tenuto un festival di musica country, il Dust Bowl Festival di Weedpatch Camp, in California, che nel 2019 si è chiuso alla trentesima edizione poiché i sopravvissuti alle tempeste erano ormai troppo vecchi per portarlo avanti.

Dust Bowl Festival edizione 2016

Tra i tanti brani, quello di Cody Jinks lo ritengo un piccolo capolavoro sia nelle parole che nella musica: grazie a fiddle e pedal steel (Milo Deering) è molto coinvolgente.

Magari da ascoltare mentre si guardano alcune delle impressionanti foto d’epoca che hanno immortalato quel ‘Dirt’.

Cody Jinks – Dirt

I remember that summer
I was ten years old
When our days, ceased to shine
No, you could not take a breath
When those black blizzards (1) came
Strippin’ land, in dire need of rain.

Ricordo quell’estate
Avevo dieci anni
Quando I nostri giorni hanno smesso di splendere
No, non potevi nemmeno respirare
Quando arrivava quel vento nero
Che strappava la terra, assetata di pioggia.

There was dirt on the floor
As mama swept all day long
Leavin’ trails of tears (2) and mud down her face
There was dirt in our beds
And there was dirt in our clothes
And there was dirt, in the little that we ate.

C’era terra sul pavimento
Che mamma spazzava tutto il giorno
Lasciando fiumi di lacrime e fango sul suo viso
C’era terra nei nostri letti
E c’era terra nei nostri vestiti
E c’era terra, in quel poco che avevamo da mangiare.

We had heard about the market’s fall
A couple years before
But the fields and the harvest all seemed fine
Sometimes the things that kill us
That which we don’t know
That strip the land of everything but pride.

Avevamo sentito della crisi dei mercati finanziari
Un paio d’anni prima
Ma i campi e il raccolto sembravano a posto
A volte le cose che ci uccidono
Sono quelle che non conosciamo
Che strappano tutto alla terra tranne l’orgoglio.

Stay close together
That’s all we knew to get by
I recall a helpless feelin’
First time that I saw my father cry
Lookin’ back on everything we had, on everything we lost
Still makes me wonder, was stayin’ worth the cost

Restare insieme, uniti
Questo è tutto ciò che sapevamo per andare avanti
Ricordo una sensazione di impotenza
La prima volta che ho visto mio padre piangere
Guardando indietro a tutto ciò che avevamo, a tutto ciò che abbiamo perso
Ancora mi domando, è valsa la pena rimanere?

Alot of town folk up and left
They boarded up the schools and banks and the churches
And that to me, was wrong
Come next year it would be better
Will the last one standin’ tall before the walls
Show the most resolve

Tanta gente ha preso tutto ed ha lasciato la città
Hanno barricato le scuole le banche e le chiese
E questo per me era sbagliato
L’anno dopo sarebbe tutto andato meglio
Chi restava a testa alta davanti a quei muri
Sarebbe stato il più determinato

They announced the New Deal
With the Conservation Act and then the Relief Fund (3)
But we were on our knees
There was little hope by then
So we just stood there in that line
And we thanked the man for that little bit of cheese

Hanno annunciato il New Deal
Con il Conservation Act e poi il Relief Fund
Ma noi eravamo in ginocchio
C’era pochissima speranza
Così ci mettevamo in fila
E ringraziavamo chi ci dava quel pezzetto di formaggio

Stay close together
That’s all we knew to get by
And I recall a helpless feelin’
The first time that I saw my father cry
Lookin’ back on everything we had, on everything we lost
Still makes me wonder, was stayin’ worth the cost?

Restare insieme, uniti
Questo è tutto ciò che sapevamo per andare avanti
Ricordo una sensazione di impotenza
La prima volta che ho visto mio padre piangere
Guardando indietro a tutto ciò che avevamo, a tutto ciò che abbiamo perso
Ancora mi domando, è valsa la pena rimanere?

Cody Jinks – Dirt (video musicale)

Note
(1) Il blizzard è un vento freddo che riduce la visibilità quasi a zero. Qui il termine viene utilizzato per rendere l’idea dell’oscurità portata dalla terra sollevata dal vento.

(2) Trails of Tears è un riferimento al doloroso “Sentiero delle Lacrime”, ovvero la deportazione dei Nativi americani a cui veniva sottratta la terra.

(3) Atto del 1936 che nell’ambito del New Deal disponeva di stanziare fondi per gli agricoltori in modo che questi potessero ridurre la produzione e quindi lo sfruttamento dei terreni.

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